Educazione criteri e civiltà
- Emanuele Rizza

- 9 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Cercherò di spiegarti in poche righe cosa significa per me educare un animale...
Qualsiasi sia il tuo stile di vita c'è bisogno di creare dei criteri per una convivenza serena, che tu abbia tanti animali o solo il pappagallo, che viva in un monolocale o in una villa con ettari di terreno, che tu abbia il pappagallo in casa o in voliere esterne per essere sereni occorrono criteri.
Mi piace pensare che avere degli animali non equivalga a dei sacrifici civili, il tempo che passo con loro non è di certo un sacrificio come non è un sacrificio rinunciare a viaggi o uscite quando non c'è nessuno che può aiutarmi. Nello stesso tempo mi piace viaggiare, e quando lo faccio porto con me i miei animali nel limite del possibile, uscire dove consentito con loro, andare al ristorante ed altri luoghi pubblici senza che i miei animali siano un problema per gli altri e nello stesso tempo non sia un problema per loro, se non li porto con me sanno restare a casa.
I miei pappagalli hanno girato l'Italia senza mai causare un problema a nessuno, uno dei miei cani ha viaggiato in aereo con me per passare un mese in Canada. E' stato 10 ore in cabina al mio fianco (con certificazione annessa come Service Dog) ed abbiamo poi passato il nostro mese più bello assieme.
Se ospito qualcuno a casa o al lavoro i miei animali sanno stare in gabbia o nelle loro cucce senza essere invadenti, se sono ospite lo stesso. Se mi seguono come è mio solito fare tutti i giorni al lavoro hanno i loro comportamenti per poterlo fare, se li lascio a casa anche.
Non sono forzature, sono meccanismi appresi e sicuri ai quali l'animale si affida. Il concetto di dover portare la natura in casa è qualcosa di aberrante... la libertà non è questo. Un animale sempre aperto in casa, a tavola con noi, nel letto... non sarà un animale sereno perché non avrà alcun criterio e nessun comportamento a cui far fede.
Sarà carino simpatico ed amorevole per qualche mese, forse anni ma avrà seri problemi quando inizierete a non poterlo gestire più cosi ed a cambiargli le carte in tavola secondo le vostre riscoperte necessità... quando ospiterete qualcuno, quando vi renderete conto che fa danni per casa o nel caso del volo quando starà su un albero e non avrete tempo; a meno che non facciate la fine delle "gattare compulsive" o gli accumulatori seriali o deciderete per scelta di vivere in una voliera con igiene annesso, la strada più comune è questa.
Ed allora nasceranno i conflitti e dovrete andare a correggere tutto quello che avete fatto fino a quel momento e si avrete un periodo di stress che spesso porta con la cessione del tanto amato animale, tanto bello finché è durato.
L'educazione e l'addestramento non sono più "quelli di una volta", seguono dati e meccanismi comprovati, sono una scienza basata sul rinforzo positivo. Chi non la comprende o non la sa insegnare in quanto materia oggetto di studi fa ricadere tutte le responsabilità sulla natura dell'animale o l'inadeguatezza delle persone senza mai mettere in discussione il percorso formativo ed i metodi.
Quindi se non sappiamo come insegnare ad un animale a rientrare in gabbia ci si giustifica dicendo che per natura deve stare con noi, con lo stormo o la gabbia non va bene la cambierete ed entro poco avrete lo stesso problema... se sta su un albero è la sua natura... se si mangia l'armadio è la sua natura... se urla quando sta in gabbia è la sua natura. Se domani lo date via non è la sua natura ma è frutto di scelte sbagliate.
La natura va rispettata in altri modi.
Riz




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